DAL FORTILIZIO AL CASTELLO

LE ORIGINI

    Testimonianze epigrafiche, numismatiche e funerarie costituiscono la prova che l'attuale territorio di Tordandrea fu interessato da insediamenti umani già in epoca romana (ma così doveva essere stato di certo anche in età più remote).
La prima documentazione archivistica medioevale giunta fino a noi ci attesta, poi, la presenza in quest'area della civiltà longobarda.
Del resto, è oramai ampiamente dimostrato che il Ducato di Spoleto spingeva i suoi confini ad occidente fino al corso del fiume Chiascio, interessando, in tal modo, anche tutta la zona dove più tardi sorgerà Tordandrea.
Tra l' XI e il XII secolo qui si estendeva un vasto latifondo, che includeva tra l'altro, la Fratticciola, cioè l'odierno Castelnuovo, appartenente a Lupo, figlio del conte Monaldo, uno dei più potenti personaggi del tempo in questa parte dell'Umbria e probabile discendente di un'antica famiglia di Longobardi.
Nell' elenco dei "focolari" delle balìe e frazioni amministrative territoriali del Comine di Assisi, redatto nel 1232, non figura Tordandrea, in quanto una balìa con questo nome ancora non esisteva.
Si può dire, comunque, che tale territorio faceva allora parte delle balìe di Costano, di S. Costanzo, di Castelnuovo e di Valecchie.
Nella balìa di Costano si situava, ad esempio, la chiesetta di S.Simeone, poi passata sotto Torre d'Andrea e quindi sotto S. Quirico di Bettona.
Non si fa menzione di Torre d'Andrea nemmeno fra le balìe elencate negli Statuti di Assisi del 1469 per il fatto che allora la nostra Torre non apparteneva al comune di Assisi.
Parrebbe, invece, riferirsi all'attuale Tordandrea il toponimo Turris, menzionato nel catasto dei beni delle chiese, conservato nell'Archivio di S.Rufino e presente anche in un atto notarile del 1413, dove si legge che esso è situato nella balìa di Costano.

LA TORRE DI ANDREA

    L'erudito assisano Francesco Antonio Frondini dà notizia della presenza da Tordandrea di un'importante iscrizione lapidea in carattere gotico, da lui vista "a sinistra presso la porta della Torre.
Quindi la torre intorno alla quale, poco più di un secolo dopo, sorgerà il castello che sarà denominato Torre d'Andrea, sarebbe stata edificata nel 1297, anche se il Cristofani attribuisce senz'altro la suddetta lapide a una delle tante case-torri medievali della città.
La più antica notizia documentaria circa l'esistenza di una "Torre d'Andrea" parrebbe risalire soltanto al 1395, anno in cui si trova menzionato per la prima volta anche in "Palazzo di Andrea", il cui propietario - Andrea Paolo degli Abati o degli Abbati - è dal Frondini ricordato come "signore molto potente in Asisi, il quale nel pian di Asisi si fabicò un forte o fortilizio, ossia castello, dal suo nome detto Torre d'Andrea".

IL PATTO DEL 1427

    Il primo fatto riguardante gli abitanti di questo fortilizio è costituito da un patto, stipulato in Assisi, davanti alla Cappella di S.Lucia della chiesa di S.Paolo, posta in fondo alla Piazza Grande, alla presenza di due testimoni, l'11 maggio 1427.
Quel giorno si riunirono infatti, quattordici uomini della Torre di Andrea di Paolo dell'Abbate di Assisi, i quali, anche a nome di altri sette cittadini assenti, giurarono sui Vangeli di osservare un "ordinamento" distinto in vari capitoli, tra cui quello prioritario di provvedere a opere di consolidamento e di restauro del fortilizio, al fine di renderlo più sicuro da possibili incursioni e assalti di genti armate e da pericoli per i suoi abitanti.

L' INCASTELLAMENTO (1431)

    Ma il fatto più importante della prima metà del '400 nella storia della Torre d'Andrea è costituito dal suo incastellamento, realizzato a scopo difensivo nel 1431 mediante la creazione di una cinta muraria, ricavata unificando i muri esterni delle case per collegarli tra loro fino a farne un solo corpo - il corpo castellano -, al cui interno si sarebbe potuto accedere soltanto attraverso l'unico portale, tuttora esistente, munito di ponte levatoio sul fossato circostante il castello.
In quell'anno - anche questa volta nel mese di maggio esattamente il giorno 13 alla presenza di testimoni e di un notaio si riunirono in via Portica, ad Assisi, tredici uomini della Torre di Andrea, i quali deputarono per quattro anni tre concittadini (Luca di Giovanni di Ghibellino, Lorenzo di Sante e Andrea di Vanni), "a fare e a far fare le mura del fortilizio e ogni altra cosa necessaria alla riparazione e fortificazione di detto luogo e nominarono anche i custodi della porta del castello, tenuti ogni sera a riportare le chiavi del fortilizio al castellano della Torre".

LA FAMIGLIA DEGLI ABBATI

(Stemma degli Abbati)

    Prima di quello più su ricordato, un altro Andrea è documentato intorno all'anno 1335.
Il solito Frondini ci ricorda che Corrado, figlio di Andrea, divenne vescovo di Assisi nel 1329.
In verità, per quello stesso periodo si ha notizia anche di un Andrea di Paolo, monaco nell'abbazia di S. Benedetto al Monte Subasio e poi passato in una località della diocesi di Gualdo Tadino, dove nel 1328 fondò la "Congregazione del Corpo di Cristo" con le costituzioni cistercensi e la regola di S. Benedetto da Norcia, divenendone il primo abate generale e morendovi "con gran fama di bontà nel 1344".
Si tratterà della medesima persona?
Se così fosse, ci troveremmo di fronte ad un monaco con dei figli, avuti (com'è più logico pensare) prima di abbracciare l'Ordine benedettino.
Del resto, l'appellativo "l' Abbate", forse a lui attribuito la prima volta ed ereditato dai suoi discendenti fino a trasformarsi in un vero e proprio cognome (Abbati o Abati), si spiegherebbe proprio con l'alta carica religiosa ricoperta.
Dell'altro Andrea - quello vissuto tra la fine del '300 e la prima metà del '400 - sappiamo che anche suo padre si chiamava Paolo, cittadino di Assisi, morto prima dell'agosto del 1409, e che sua madre era una certa Massaria, la quale, una volta rimasta vedova, entrò nel Terz'Ordine delle donne continenti di S. Francesco d'Assisi, di cui divenne anche abbadessa.
Si sa, inoltre, che il secondo Andrea di Paolo, detto "l' Abate", possedeva in Assisi un orto ed una casa per spurgare i panni di lana, situati in Porta S.Chiara presso i beni dell'omonimo monastero, da cui era divisa mediante un "formello" di scorrimento dell'acqua utilizzata per lo spurgo.
Ci è noto, altresì, che nel 1415-16 Andrea degli Abbati ebbe una controversia col consuocero Ludovico Amatucci (sua figlia Gabriella era, infatti, andata sposa ad Evangelista, figlio di Ludovico).
Oltre a Gabriella, Andrea ebbe un altro figlio, di nome Marchese o Marchesino, propietario di un mulino entro le mura di Assisi, volgarmente denominato "lo molino de Marchese de l'Abate".
Marchese di Andrea - che in un atto del 1476 figura quale esecutore testamentario di certa Brigida del fu Antonio di Michele- ebbe tre figli: Cesare, Giacomo e Andrea.
Quest'ultimo Andrea, impropriamente denominato dal Cristofani "de Marchesi" quando avrebbe dovuto dire "di Marchese", ebbe un certo ruolo nella storia di Assisi verso la metà del Quattrocento.