GROSSO METEORITE A TORDANDREA Questa notizia non è delle più recenti, anzi è abbastanza datata in quanto segnala di un fenomeno astronomico accaduto nel lontano 1886, più di un secolo fa. Il fatto, anche se altamente rilevante dal punto di vista astronomico, non è stato poi messo in dovuto risalto dalla cronaca di quel tempo, anche se numerosi studi e pubblicazioni scientifiche sono state fatte da vari studiosi, ma veniamo ai fatti. La mattina del 24 Maggio 1886 alle ore 7, l'azzurro cielo di Tordandrea venne sconvolto dal passaggio di una singola pietra pesante 1795 g. Caduta in un campo di grano alcuni contadini, tre per la precisione, avendo visto uno squarcio nel cielo, si precipitarono nella zona dove poi, trovarono il bolide a 60 cm. di profondità in un cratere di 25 cm. di diametro. Il rinvenimento portò ala luce una meteora lunga 13.8 cm. e larga 12.8. Un primo e superficiale esame scientifico venne effettuato dal Bellucci (1887), che successivamente spedì l'oggetto a Vienna all'attenzione del Prof. Eger che lo ha diviso in pezzi e sottoposto a studi più accurati. Molti pezzi sono sparsi in giro per il mondo, nei musei italiani troviamo gr.93 all'Università di Bologna, gr.159 al Museo di Storia Naturale di Milano, gr.18 al Museo di Parma, gr.114 al Museo dell'Università La Sapienza, gr.227 al Museo dell'Università di Torino e gr.1.8 al Museo Vaticano; attualmente ora il frammento più consistente è conservato al British Museum. Il bolide, denominato "Assisi" è una meteorite del tipo pietroso (chondrite) del tipo H5 cioè ad alto contenuto di particelle di ferro e nickel e per il suo peso e caratteristiche è considerato un avvenimento molto raro. Ad un esame più dettagliato della crosta si notano delle piccole protuberanze diffuse lungo la superficie che hanno una orientazione preferenziale. Delle fessure molto sottili si sono sviluppate lungo la stessa direzione e la superficie spezzata si presenta grigiastra e a grani fini. Ad ingrandimenti dell' ordine dei 200-400 si notano effetti di microricristallizzazione dovuti sicuramente alle alte temperature incontrate nell'attraversare l'atmosfera terrestre e ai repentini sbalzi di pressione.
foto di alcuni frammenti |