La storia dei parroci o dei sacerdoti di Tordandrea che a vario titolo (cappellani, curati, rettori, economi) ressero la "cura" di Tordandrea è una delle più tormentate dell'intera diocesi di Assisi.
Il primo nominativo nel quale ci si imbatte è quello del sacerdote che viene mandato alla Torre da Braccio II Baglioni, signore e marchese nel 1550, forse all'indomani della costruzione della nuova chiesa di S.Bernardino fuori dal castello.
La cosa singolare è che costui, oltre a svolgere il ministero di cappellano, dovrà fungere anche da podestà del marchesato. Per oltre cento anni, i successivi cappellani saranno tutti ad nutum, cioè per "chiamata", verranno infatti scelti direttamente dai parrocchiani, e per questo, potranno anche essere rimossi dall'incarico: si tratterà pertanto di curati "amovibili".
Tutto questo continuerà a verificarsi per lungo tempo, nonostante il divieto espresso nel 1573 dal visitatore apostolico mons. Pietro Camaiani.
Solo nel 1673 si ha la prima notizia circa la presenza di un "parroco perpetuo" nominato dall'ordine diocesano.
Data la frequenza dei "movimenti" di sacerdoti alla guida della parrocchia di S.Bernardino, è assai arduo poterli documentare tutti.